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venerdì 28 agosto 2015

Tariffe ghostwriting

Cari committenti e autori mi scuso se non osservo e quindi non pubblico un ‘tariffario’. Senza alcun impegno alla richiesta, naturalmente, preferisco formulare preventivi personalizzati. Le variabili sono tante e mi piace considerare ogni incarico e ogni situazione come piccoli, grandi mondi ‘unici’. In effetti lo sono, questo è il punto.
Scrivo soprattutto libri ma, sempre da fantasma, curo anche blog, siti, pagine facebook fino ad occuparmi dell’intera comunicazione per artisti/personaggi pubblici. Dalla biografia al romanzo al manuale aziendale al saggio passando da novelle e ogni altra magnifica espressione narrativa, informativa, promozionale.
Genere di lavoro, tempo occorrente, ricerche e studi preliminari laddove necessari, entità dell’opera concorrono alla valutazione dell’adeguato compenso. A cartella, complessivo, a forfait…è tutto da considerare!
Mi sorge solo un dubbio. I pochi tariffari di colleghi che ho consultato in rete sembrano di poco più alti dei miei e il poco si può benissimo giustificare (sono più bravi, più noti, …), come mai concretamente alcuni committenti mi dicono invece che le cifre richieste all’atto pratico sono decisamente più alte delle mie (decisamente, ripeto)? 
Ecco, forse la regola aurea vale per tutti: ogni caso è unico e il giusto corrispettivo si stima in base al caso!

giovedì 27 agosto 2015

Elogio del perizoma

Lo spunto del perizoma è volutamente provocante?


No, possiamo tessere l’elogio anche del perizoma. In fondo è un esempio, solo un esempio. Ma, chissà, potrebbe essere uno spunto decisamente interessante. Già, perché l’elogio lo è, a prescindere dalla ragione che lo muova, dall’oggetto, dal sentimento, dal luogo che lo renda appassionato.
E’ una formula quasi magica, quella dell’elogio. Utilissima come allenamento per l’osservazione e l’esercizio di scrittura. E, a parer mio, molto molto molto gradevole come ‘format’ libro.
Ci sono illustri precedenti, in letteratura, a confortare il mio pensiero: l’Elogio della Follia, L’elogio della Gentilezza, L’elogio della Lentezza, L’elogio dell’Ozio, L’elogio della Fuga, L’elogio dell’Imperfezione…Eppure lo spazio è praticamente infinito e zeppo di punti da esplorare.
La scrittura intensa, il taglio ironico, lo stile leggiadro nell’Elogio trovano strepitose dimensioni di espressione e viaggio. Magari  sensazioni e memorie molto intime o ricostruzioni storiche o analisi filosofiche o rivisitazioni briose. Pennellate sociali e psicologiche, risvolti culturali, elaborazioni umoristiche si mescolano al limite del romanzo o del saggio o del racconto introspettivo o della storia on the road.
Questione di approccio, di ambientazione, di verve, di senso. Un universo pronto a tutte le sfumature. Bella sfida, l’elogio.

Dichiaro ufficialmente che se non mi arriva l’incarico di un Elogio come ghostwriter mi cimento da autrice!  

domenica 23 agosto 2015

Overdose di metafore

Altroché se aiutano, le metafore. E spesso sono ‘bellissime’. Con la loro potente carica espressiva e la forza di sintesi hanno effetti portentosi nel testo.
D’altra parte grande ruolo, nell’alchimia della scrittura, hanno le similitudini, le allegorie e tutte le figure retoriche.
Non vi è dunque alcuna ragione per non farne uso. Anzi, è probabilmente impossibile evitarle! Nel tempo le richiamerò, una a una, non per analisi e lezioni impegnative, per piccole ma importanti riflessioni.
Trovo molto interessante il gioco-studio, delle metafore. Già, un esercizio utile, appassionante, stimolante. Vagare tra loro con il pensiero rafforza la nostra capacità di ‘cercare le atmosfere’, di rendere a parole una quantità di allusioni, rimandi, significati. In un romanzo l’intensità di certe frasi o passi non la troviamo forse nella pennellata perfetta di una metafora?
E’ l’abuso, se mai, a lasciare perplessi. Talvolta cela una sorta di forzatura di stile o un disperato tentativo di dare spessore e verve ‘visiva’ a un passaggio davvero morto. Ancora più frequentemente è il segnale evidente del terrore delle parole ‘semplici’: affidarsi a cerca ricchezza evocativa è un modo per sfuggire alla terribile sensazione che il significato del vocabolario non basti o sia inadeguato.
Una buona narrazione dovrebbe consegnare storia ed emozioni senza ricorrere continuamente all’aiuto di risorse d’impatto, sarebbe insomma meglio non trasmettesse la sensazione che l’autore più che raccontare sia andato all’affannosa caccia di elementi, astuzie, ricercatezze.
Paradossalmente se tutti sono fulmini e nessuno è veloce appesantiamo o impoveriamo il testo, no?

mercoledì 19 agosto 2015

Romanzi brevi, racconti, novelle

Chiamateli come volete, considerateli come formule diverse o uguali, fate i distinguo che vi garbano in numero di cartelle, immaginateli singoli o in raccolta, comunque io tributerei loro un posto d’onore. Romanzi brevi, racconti, novelle sono la dimensione del piacere perfetto.
I grandi autori del passato ci hanno deliziato, con le storie piccole.
Poi gli editori li hanno lungamente snobbati. Come se servisse la lunghezza per fare capolavori. Come se corto fosse sinonimo di scarso. Come se l’incanto si misurasse a peso. Chissà…
I pochi libri mignon reperibili in libreria calamitano subito la mia attenzione. E, francamente, è ben difficile mi deludano! Pur essendo una ‘professionista’ della scrittura me ne frego, altamente, di valutare se l’autore avrebbe retto ritmo, coerenza e bla bla nel mega tomo, quando faccio il lettore voglio il godimento puro, se cinquanta o cento pagine mi rapiscono e mi appagano esulto e basta.
Adesso le nuove frontiere della lettura, tablet, smartphone e diavolerie simili, pare abbiano rivalutato queste meravigliose espressioni di letteratura. 
Evviva, ci voleva il risvolto pratico per inchiodare l'economia editoriale alla realtà.
Non era pensabile anche che una bella novella –proprio perché fluida e veloce- può trovare molto mercato? In un Paese che legge pochino, cari editori, mica è una considerazione tanto sciocca…
Peraltro spesso sono proprio i romanzi brevi e i racconti a ‘fare’ il pubblico. Già, nessuno si avventura a leggere i primi libri comprando un maxi fantasy da 800 pagine, suvvia. Il primo approccio è con il ‘prodotto’ snello no? E allora, andiamo, su, svegliamo la pubblicazione di questi gioiellini!
In alto contenuto e qualità in qualsiasi tot di pagine siano spalmati. E, forse, less is more...

lunedì 17 agosto 2015

Sesso, droga e rock’n' roll

La vita ‘maledetta’, il libro dei brividi on the road, l’acceleratore a manetta.
E’ esattamente la vostra storia o siete convinti sia quella che i lettori vogliono trovare in libreria?
In un caso e nell’altro mi piace pensare a un pizzico di rispetto per la ‘letteratura’. Non è questione di regole ma di buon gusto narrativo e senso della misura, la propria innanzi tutto. Non nego ci sia una bella dose di morbosa curiosità o di sottile piacere o di beatitudine da fantasia negli ambiti al confine del proibito o nelle sfrenate esuberanze. Del tutto naturale quindi che molti siano ghiotti di narrazioni in queste aree. Però, cari autori, un poco di originalità non andrebbe mai sottovalutata anzi, se mai, andrebbe inseguita, coltivata, esaltata. E ripeto originalità, non anticonformismo sparato e incredibile. Per questo tipo di operazione ‘commerciale’, se mai, ci vuole professionismo!
Sappiate anche che l’offerta in tal senso è già stata abbondante negli anni, decenni, secoli che vi hanno preceduto quindi inventarsi qualcosa di eccezionale, strabiliante, strepitoso, straordinario è più che difficile. Molto meglio dare una forma, un taglio, un pensiero, alternativi. Con guizzi di ironia o di grinta o di romanticismo o di filosofia squisitamente personali. Ecco, ciò che è personale, appunto, è spesso più rivoluzionario del sesso, droga e rock ’n roll visto e rivisto, scritto e riscritto, maneggiato e colorato, mescolato e scopiazzato. Su, scioltezza e verve.

Il buon ghost writer d’altra parte non è solo quello che sa aderire perfettamente a quel mood, allo stile di un genere, a certe attese sull’ebbrezza standard, è uno che sa creare, deviare, sviluppare, osare. Non fa unicamente il vostro viaggio, viaggia con voi, talvolta fa pure da navigatore…

giovedì 13 agosto 2015

Tra le pagine della tua vita

Il romanzo biografico o biografia romanzata mi ha messo parecchie volte alla prova. Scrivere le pagine della tua vita, caro autore committente, non è solo una grande avventura, l’esercizio del mestiere, un incontro umano. E’ una sfida. Con un viaggio che non ho programmato, con emozioni che scopro di parola in parola, con esperienze che finiscono per bruciare pure sulla mia pelle. Oltre l’immaginazione. Già, la realtà che pulsa regala anche a me il tuo bagaglio, mi presta le tue ali, mi svela i tuoi orizzonti.

Sei il mio laboratorio. Quello nel quale supero me stessa. Grazie.

mercoledì 12 agosto 2015

La musica del libro

Ci vuole ritmo, nella scrittura. Quale ritmo? Dipende, naturalmente. Il genere e la trama viaggiano con le note e le compongono la musica giusta. Rock o jazz o blues. O, perché no, un rap on the road.
Conta moltissimo, il suono delle parole. Di ogni parola e di ogni frase, direi.

D’altra parte ogni storia ha una sua musica e bisogna che il lettore possa goderla. 

sabato 8 agosto 2015

Le frasi giuste

Viviamo nell’era social. Dove tutto, o molto almeno, è ridotto a poche righe, estrapolate qua e là, copiate e incollate, linkate, condivise. Un’aforisma, una citazione, un pensiero lampo.
D’altra parte, diciamolo, anche di un capolavoro, si conservano spesso in memoria solo certi passi. Sono le ‘frasi giuste’. Quelle che ci fanno emozionare, pensare, immedesimare.
E poi in fondo che male c’è? Narriamo lunghe storie ed è bellissimo, talvolta si chiama addirittura letteratura. Ma il post it, la freccia dritta al bersaglio, l’illuminazione, stanno quasi sempre in poche parole. Peraltro less is more. Sempre.
Così il mestiere è anche questo: dare vita alla combinazione di parole che resta impressa, che tocca tutto e tutti, che racchiude chilometri di pensieri.

Per questo mi diverto e mi alleno con frasi social.

giovedì 6 agosto 2015

Narrare è resistere

Narrare è resistere, secondo Luis Sepulveda. E non è difficile intendere l’enorme portata del pensiero, specie a certe latitudini, specie in certe condizioni, specie in alcuni momenti della vita. La mia idea di scrittura, tra amore e terapia, è un po’ figlia di questo pensiero.
da Novecento, A. Baricco
D’altra parte il racconto è anche uno spaccato di realtà, fantasia, emozioni: pagine per sé, per gli altri, per il mondo. Momenti fissati con le parole come se fossero spilli. Giochi, riflessioni, sogni che viaggiano, nei quali magari i lettori si riconoscono o trovano ragione di ridere, piangere, ricordare.
Ma anche via di fuga. Almeno dagli schemi quotidiani, dalle proprie piccole o grandi gabbie, da sentieri già battuti. Già, narrare è anche esserci. In infiniti modi, ovunque, in altre epoche. E’ vestirsi di un’altra pelle. O scoprire qualcosa che se ne stava nel cuore, silenzioso e appartato.
Questo e molto altro ancora. Talvolta riscatto, pura sopravvivenza, gioia, originale risvolto. Guai a sottovalutarla, la buona storia che abbiamo in serbo da raccontare.

Nel mio mestiere di ghostwriter godo di questo privilegio: incontro continuamente magnifiche trame da respirare. Non sarò mai fregata!

martedì 4 agosto 2015

L'arma della sapienza

La cultura non è un vestito, non si indossa, ci plasma. Ecco, si, questione di natura. Perché la cultura non è solo un fatto di libri e studi, è molto di più. E’ tutto ciò che respiriamo, nello spazio e nel tempo. Che poi chi coltiva lettura, arte, musica sia distante dalla violenza è pur vero. Quale animo tanto preso a godere di dimensioni sublimi potrebbe esercitare atti violenti?

Chissà che non si possa apprendere, la pacifica potenza della delicatezza di spirito. Se davvero potessimo armarci a qualsiasi età, condizione, luogo, di sapienza saremmo tutti forti e felici.