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mercoledì 19 agosto 2015

Romanzi brevi, racconti, novelle

Chiamateli come volete, considerateli come formule diverse o uguali, fate i distinguo che vi garbano in numero di cartelle, immaginateli singoli o in raccolta, comunque io tributerei loro un posto d’onore. Romanzi brevi, racconti, novelle sono la dimensione del piacere perfetto.
I grandi autori del passato ci hanno deliziato, con le storie piccole.
Poi gli editori li hanno lungamente snobbati. Come se servisse la lunghezza per fare capolavori. Come se corto fosse sinonimo di scarso. Come se l’incanto si misurasse a peso. Chissà…
I pochi libri mignon reperibili in libreria calamitano subito la mia attenzione. E, francamente, è ben difficile mi deludano! Pur essendo una ‘professionista’ della scrittura me ne frego, altamente, di valutare se l’autore avrebbe retto ritmo, coerenza e bla bla nel mega tomo, quando faccio il lettore voglio il godimento puro, se cinquanta o cento pagine mi rapiscono e mi appagano esulto e basta.
Adesso le nuove frontiere della lettura, tablet, smartphone e diavolerie simili, pare abbiano rivalutato queste meravigliose espressioni di letteratura. 
Evviva, ci voleva il risvolto pratico per inchiodare l'economia editoriale alla realtà.
Non era pensabile anche che una bella novella –proprio perché fluida e veloce- può trovare molto mercato? In un Paese che legge pochino, cari editori, mica è una considerazione tanto sciocca…
Peraltro spesso sono proprio i romanzi brevi e i racconti a ‘fare’ il pubblico. Già, nessuno si avventura a leggere i primi libri comprando un maxi fantasy da 800 pagine, suvvia. Il primo approccio è con il ‘prodotto’ snello no? E allora, andiamo, su, svegliamo la pubblicazione di questi gioiellini!
In alto contenuto e qualità in qualsiasi tot di pagine siano spalmati. E, forse, less is more...

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