contattami

spagnuoloirene@gmail.com
c.f. SPGRNI65R59F952U
p.iva 02428460030


domenica 31 maggio 2015

L'empatia del ghost writer

Io non mi fiderei molto, dell’aplomb del ghost writer.
D’accordo sulla ‘serietà del mestiere’ e pure su una certa fermezza ma la gestione un po’ ingessata del professionista a me addirittura sgomenta.
Qualsiasi traccia tu abbia in mente, caro autore, cerca di affidarti a chi ha cura di rispettare l’anima, tua e del libro.
Già, del libro. Spesso si fanno dotti distinguo di genere secondi i quali, ad esempio, figura bene lo scrittore fantasma più alternativo e passionale per il racconto sentimentale, fantasy o umoristico e quello ingiallito e professorale per il saggio o per il romanzo sociale.

Ritengo non sia affatto dimostrato o dimostrabile. Anzi, ripeto, darei molto più peso e valore all’empatia.

venerdì 29 maggio 2015

Lo scrittore fantasma di attori e cantanti

Magritte, Uomo allo specchio
L’artista, inteso come colui che interpreta, recita, porta in scena, può essere anche autore dei testi o dei brani oppure affidarsi o ispirarsi al lavoro e quindi alla penna altrui.
C’è una situazione peculiare, in un certo senso intermedia o mista, di opera diciamo a due teste, per intenderci. Una resta nell’ombra, il ghost writer appunto, l’altra la porta alla ribalta, sul grande schermo, in concerto, alla tv.
E’ una collaborazione sottile e intensa.
Lo scrittore fantasma è infatti al servizio del committente quindi ne porta su carta spirito, temi, inclinazioni. Pensa al pezzo su misura per l’artista, ecco.
Ci vuole empatia? Certo. Ma non bisogna mai prendere sotto gamba volontà, sensibilità, professionalità. Insomma spesso il buon ghost writer la sintonia la ‘crea’ proprio con la passione del mestiere, con la capacità di indossare i panni dell’artista, con quel magnifico impulso che è il viaggio per il risultato ideale.
E’ una questione delicata, che non di rado suscita perplessità e timori, va respirata sul campo, con un pizzico di fiducia e di audacia.
Ne nascono intrecci grandiosi, posso assicurarlo.
Chi ha l’anima da ghost writer riesce davvero a calarsi e a immedesimarsi. Sapete perché? Perché gode, di quel viaggio. Lo considera una delle migliori opportunità di ricchezza interiore. Già, essere qualcun altro, annusare atmosfere nuove, provare qualcosa di sconosciuto, conoscere punti di vista e orizzonti, sfidare il percorso, sono occasioni che non vuole perdere.
Non ha l’orgoglio ingombrante o saccenti vanità. Riesce a mettere il dito e il cuore nella dimensione altrui.

Per me, ghost writer, è pura ebbrezza. 

mercoledì 27 maggio 2015

Pathos narrativo

Ci potrei andare a nozze, con il pathos narrativo.
Eppure talvolta bisogna azionare il freno o, almeno, dosare l’accelerata. La potenza drammatica e la tensione passionale di una trama o di un personaggio ha bisogno di realismo. Spesso mi capita di farlo notare, agli autori. Fortunatamente con successo.
Insomma premere oltre ogni misura, caricare di gravità, esasperare la densità del tessuto espressivo rischia, paradossalmente, di far scemare la forza del racconto. Stanca o strazia il lettore e riduce la storia a un esercizio tragico.
Non è raro invece che il pathos emerga proprio nel contrasto, nelle alternanze di ritmo, scene, linguaggio, ispirazioni. E che, appunto, si giovi di una certa leggerezza che aleggia intorno.

In fondo l’opera letteraria è come un’altra opera d’arte, un dipinto, una fotografia. Ci sono primi piani, immagini di sfondo, minuscoli particolari seminascosti e evidenze esplosive, giochi di colore e prospettive…

mercoledì 20 maggio 2015

Ghostwriter

Quando la professione coincide con la passione lavorare è un privilegio, non vi è dubbio. Ecco, faccio il mio mestiere –come mi piace chiamarlo e considerarlo- con una dose di piacere indescrivibile.
Quante inebrianti avventure!

Naturalmente il godimento non esclude la difficoltà. Anzi. Pensate, per esempio, alla fase spugna. Già, il ghostwriter innanzi tutto assorbe. Non potrebbe essere diversamente: per calarsi nell’autore bisogna berne, sentirne, respirarne lo spirito. Per una buona ricezione occorrono antenne, umiltà, curiosità, rispetto, intelligenza. Altro che tecnica. Certo, si affina anche quella, ma c’è qualcosa a monte di tutto che non si impara: forse è proprio la sensibilità. 

giovedì 14 maggio 2015

Il ghost writer dei tuoi sogni

Caro autore, parliamoci chiaro. Anche il miglior professionista potrebbe non calzarti a pennello. Consegni al ghost writer il tuo libro ovvero un pezzo, mica piccolo, di te: è come affidare una creatura alla tata. Su, lo scrittore fantasma è bello, bravo, simpatico e intelligente solo se ne prende cura con il tuo stesso amore.
Questione di rispetto, passione, sensibilità. Roba che fa parte del dna prima ancora prima che del mestiere.

Dunque valuta, rifletti, osserva, chiedi, seleziona. E fidati, più di tutto, del fiuto.  

sabato 9 maggio 2015

Visto, si stampi!

Emozione, godimento, gioia, soddisfazione!
Visto, si stampi. Un altro bellissimo libro approderà tra qualche mese in libreria. Merito di una grande idea d’autore, del fiuto di un editore e di un ghost writer che ha lavorato con passione e zelo (ovvero io)…

Cosa aggiungere ai salti di euforia?

giovedì 7 maggio 2015

Dall’idea al romanzo

Una buona storia è il punto di partenza. Che in verità potrebbe essere anche solo un’idea, una traccia, una vaga trama. Si, insomma, la storia si fa buona quando è ben sviluppata, curata e rifinita ma il porto dal quale levare l’ancora è la lampadina che si accende. Lungo il viaggio il lavoro è duro. Dall’idea al romanzo si suda, si ama, si pensa, si corregge, si accorcia, si allunga.
Nel mosaico forme, colori e significato sono in armonia.
L’ambientazione, i personaggi, il linguaggio, la vicenda del romanzo devono felicemente abbracciarsi. La mano del ghost writer non compie magie, fa il suo mestiere con perizia e passione.
Leggo spesso sul web grandi lezioni e consigli su come scrivere un ‘bel’ libro o un avvincente romanzo e trovo che alcune ‘regole’ o suggerimenti di scrittura e contenuti siano anche più che condivisibili e per nulla contestabili. Eppure la perplessità resta. Più che il decalogo del successo dovrebbe esistere quello del valore. Valore della storia e della narrazione, intendo. Credo sia fatto di ingredienti assai meno governabili e divulgabili dei soliti che circolano. Comincerei dal bagaglio umano e culturale all’applicazione costante, passerei da molte letture e da profonde riflessioni, entrerei nei meandri di un processo creativo che è sintesi di talento e lenta elaborazione… e forse non finirei mai di elencare quanti e quali tasselli occorrono per il mosaico.

Questo non vuole affatto scoraggiare. Anzi. se mai è quello che rinnova ogni giorno il mio impegno e non mi fa mai, ripeto mai, mollare timone, bussola, carte nautiche, cuore aperto, cervello attivo.

lunedì 4 maggio 2015

Caro imprenditore ti scrivo...

…perché sei molto vicino ma non lo sai. In tempi di crisi la pubblicità è una spesa spesso insostenibile e produce pochi risultati. A risorse ridotte si acquista meno, non c’è reclame che possa sovvertire il trend.
Non solo. Il pubblico di potenziali consumatori è letteralmente preso di mira da una quantità di stimoli francamente eccessivi, talvolta fastidiosi. Ovunque, dalla carta alla strada al web è un susseguirsi di messaggi, lusinghe, specchietti per allodole, consigli. Basta. Il tuo prodotto o servizio peraltro viene svilito alla velocità della luce dalla tua stessa caparbia insistenza. Ormai neanche più ha credito, uno spot, un volantino, una paginata su un giornale.
E allora perché? Intendo perché ti ostini a spendere qualche migliaia di euro per una illusoria bomba di qualche ora su un giornale locale o sulla mega pagina on line dell’illustre testata che con te ospita altri centomila sponsor e non ingaggi un serio ghost writer per un libricino che ti costerebbe altrettanto ma sfiderebbe in tempo, contenuti ed effetti la tua solita scelta?
Questa non è una gara tra scrittori fantasma e maghi della pubblicità, ci mancherebbe. A ciascuno il suo lavoro e il suo merito. La questione è di periodo e di opportunità. Diciamo pure di lungimiranza imprenditoriale, quella che appunto dovresti possedere in abbondanza.

Dovrei accennare alle logiche della persuasione ma preferisco soprassedere. Mi piace invece farti solo rilevare quanto potente e meraviglioso potrebbe essere il racconto della tua azienda, della tua produzione, della tua idea, del tuo processo di organizzazione e gestione. Dai, accendi la luce intorno a te.

sabato 2 maggio 2015

Scrivere come un pianista

E le dita si muovono come quelle del pianista. O viaggiano sulla tela come pennelli del pittore. Pensieri tristi, allegri, concitati, disperati e dita che hanno l’anima di coglierli e fissarli sul foglio.
Che poi forse è tutto un andare e venire di desideri, istinti e idee. O solo un passionale, meticoloso, fedele registro.

Da ghost writer faccio anche un po’ di sana chimica, tra ispirazione e piacere di impastare. Metterci dentro le mani, nella storia, fa respirare le pagine.