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mercoledì 23 settembre 2015

Less is more calviniano

<Ho cercato di sottrarre peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio> Italo Calvino.
Non vi è dubbio che il less is more calviniano sia molto intenso e peculiare e possa essere colto profondamente da chi ne conosce pensiero e opere.  Io persevero, nel cammino delle lezioni di Calvino, letteralmente affascinata e persuasa della loro grandezza. La via della leggerezza, che –se è possibile- è l’esatto contrario della superficialità è, peraltro, la massima ispirazione di vita.
Mi piace molto ripensare a uno dei suoi tanti, memorabili, passi…
<Il simbolo augurale di Italo Calvino per l’affacciarsi di questo millennio è stato: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e roboante, appartiene al regno della morte, come un cimitero di automobili arrugginite>.

domenica 20 settembre 2015

Un racconto pop

Io mi oriento così male tra i generi che qualche volta rasento la crisi professionale. Insomma d’accordo un orientamento di massima ma la gabbia è soffocante.
Qualcuno parla di pop alludendo a una letteratura ‘d’intrattenimento’ o ‘d’evasione’ come se questo fosse un tantino squalificante. In un’ottica commerciale il libro popolare è quello che può permettersi di scalare le classifiche di vendita ma, a parte questo, credo una storia e uno stile possano non raggiungere livelli da opera d’arte ma avere enorme dignità e grande appeal.
Peraltro, oggi più che mai, il fascino del pop è nella vita stessa. Non sostengo che abbiamo bisogno di narrazione <di consumo> ma che il tempo e il costume veloci vadano raccontati anche con un profilo ironico, di conforto, di facile godibilità. E non sono convinta si debba sacrificare molto la ‘qualità’: qualche volta è solo questione di interpretazione e di spirito, ecco. Possiamo lanciarci in un libro pop e farne un cult perché è uno spaccato vivo di una realtà dirompente. Possiamo dargli un ritmo che, oltre lo scetticismo, sfiderà ogni epoca. Soprattutto possiamo rendere onore, all’anima pop.

E poi comunque il bello delle pagine e della lettura è ciò che ognuno è libero di trovarci dentro…

venerdì 11 settembre 2015

Storico-sociale on the road

E’ un filone di letteratura ‘alta’ ma on the road. Non è un romanzo storico o un saggio sociale, è un libro on the road che pesca a piene mani dal costume di un’epoca. Fuori dal rigore della minuziosa ricostruzione storiografica e dalla puntuale analisi sociologica –non ne ha peraltro alcuna velleità- compie un cammino intenso nella cultura di un tempo e di un luogo. Uno spaccato di realtà, di vita, di umanità.
Questo tipo di romanzo ha un profumo tutto suo. Caldo, sapiente, ironico, amorevole. Un mix emozionante. Senza veli, anzi con la marcia audace di un ritmo sostenuto. Nitido eppure ovattato. Qualcosa che assomiglia solo a se stesso. A quelle lunghe e appassionanti storie che fanno sorridere, pensare, piangere. A tratti lucido, a tratti romantico, a tratti irriverente. Come tutto quello che corre on the road.
Zeppo di armonie messe insieme dalla natura, di aneddoti illuminanti, di pagine dense, di buffi siparietti. Uno scrigno prezioso. Da leggere d’un fiato e poi da centellinare a mente come un vino prelibato. Letteratura che incolla alla lettura.
Sono i romanzi buoni per sempre, che hanno un passo antico e un respiro moderno. Splendide avventure di ghostwriting!

mercoledì 9 settembre 2015

Strappalacrime

C’è ancora, il ‘drammone’. Quel bel libro denso e commovente. Quella storia che emoziona e strazia. Quel racconto sul filo della tristezza. Quelle pagine colme di pathos.
Ha anche molti estimatori, in verità. Lettori appassionati a trame di umanità malinconica, travagliata, intensa.
Che in fondo il processo di immedesimazione talvolta è lì, appena sotto pelle, e scatta al volo, al primo capitolo. E non solo. Il pianto ha un grande effetto rilassante: il libro strappalacrime calamita tutte le tensioni e poi le scioglie, capta l’attenzione e distrae dagli orrori di chi legge. Talvolta è un paragone consolatorio. Altre ancora è un bel nutrimento alla sensibilità: insomma fa sentire ‘migliori’.
Se mai, cari autori, occorre evitare le forzature melense e prendere il ritmo giusto. Ci vuole un pizzico di ispirazione, parecchia applicazione, raffinato realismo…

sabato 5 settembre 2015

Ti racconto una storia

Belli, quei tempi. Quelli dei nonni che raccontavano storie ai nipoti. Mica per la solita smania di crogiolarsi nel passato, il presente offre altro, offre molto e ce lo godiamo ma…quella magia della fantasia, delle parole che cambiavano di sera in sera, dell’emozione lì per lì, della voce calda, facebook con le favolette confezionate a prova di promozione non ce l’ha.
Mi piacerebbe diventare il ghostwriter di un nonno o di una nonna che hanno voglia di lasciare le loro storie ai nipoti. Quelli che magari le leggeranno e le capiranno da adulti, quando nel cuore inizierà a farsi largo la mancanza, di quella forza, unica e vibrante, dell’umanità.
Ci lavoro, nel mondo virtuale e ne apprezzo le occasioni sia chiaro. Solo vorrei che la dimensione reale non finisse soffocata e dimenticata.