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venerdì 29 maggio 2015

Lo scrittore fantasma di attori e cantanti

Magritte, Uomo allo specchio
L’artista, inteso come colui che interpreta, recita, porta in scena, può essere anche autore dei testi o dei brani oppure affidarsi o ispirarsi al lavoro e quindi alla penna altrui.
C’è una situazione peculiare, in un certo senso intermedia o mista, di opera diciamo a due teste, per intenderci. Una resta nell’ombra, il ghost writer appunto, l’altra la porta alla ribalta, sul grande schermo, in concerto, alla tv.
E’ una collaborazione sottile e intensa.
Lo scrittore fantasma è infatti al servizio del committente quindi ne porta su carta spirito, temi, inclinazioni. Pensa al pezzo su misura per l’artista, ecco.
Ci vuole empatia? Certo. Ma non bisogna mai prendere sotto gamba volontà, sensibilità, professionalità. Insomma spesso il buon ghost writer la sintonia la ‘crea’ proprio con la passione del mestiere, con la capacità di indossare i panni dell’artista, con quel magnifico impulso che è il viaggio per il risultato ideale.
E’ una questione delicata, che non di rado suscita perplessità e timori, va respirata sul campo, con un pizzico di fiducia e di audacia.
Ne nascono intrecci grandiosi, posso assicurarlo.
Chi ha l’anima da ghost writer riesce davvero a calarsi e a immedesimarsi. Sapete perché? Perché gode, di quel viaggio. Lo considera una delle migliori opportunità di ricchezza interiore. Già, essere qualcun altro, annusare atmosfere nuove, provare qualcosa di sconosciuto, conoscere punti di vista e orizzonti, sfidare il percorso, sono occasioni che non vuole perdere.
Non ha l’orgoglio ingombrante o saccenti vanità. Riesce a mettere il dito e il cuore nella dimensione altrui.

Per me, ghost writer, è pura ebbrezza. 

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