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sabato 7 novembre 2015

Fantascienza in formule brevi

Il genere fantascienza ha moltissime espressioni, nella narrativa, in fumetto, al cinema, nei videogiochi. Lo spazio è enorme perché la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o nel futuro, sul pianeta terra o altrove, intorno a un tema scientifico o tecnologico che è sviluppato in qualsiasi chiave attraverso protagonisti dal volto umano, robot, animali, mostri e creature non ben identificate.
Questa ‘larghezza’ non deve indurre a credere che sia facile. Scrivere un racconto di fantascienza vuol dire rivolgersi a un pubblico esigente, che ha letto grandi opere, avvezzo a mondi fuori da ogni riga, avido di scenari inesplorati. E, d’altra parte, attento a una sorta di ‘veridicità’ che taluno chiama coerenza di trama, altri sostenibilità fantastica, altri ancora realismo d’avanguardia.
Insomma non bastano un pianeta dal nome astruso, figure verdi, schermaglie stellari. Molto, moltissimo è già stato brillantemente elaborato da penne eccellenti. Ecco, ci vuole una ‘fantasia scientifica’ di qualità, veramente originale e…credibile. Già.
Proprio per questo negli ultimi tempi è stato molto difficile affacciarsi al genere in maniera incisiva e travolgente. E proprio per questo forse sono spuntati i racconti brevi, di fantascienza. La tenuta di centinaia di pagine richiede maestri, in questo genere. Il breve è un approccio più abbordabile e può ambire a qualche risultato di incisività.
Non voglio scoraggiare, tutt’altro. Mi piace solo sollecitare, se mai, gli audaci preparati. Perché bisogna dirlo: c’è studio, e non poco, nel romanzo di fantascienza.

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