
Lo
fa con ironia spinta, piglio astuto, euforia sbracata. Lo fa come gli pare. Ma
alla fine è di una dolcezza amara e disarmante. Che un po’ restituisce ai
lettori la chiave dell’esistenza, quella senza fronzoli e forzature.
Evviva,
bisognerebbe dire. E allora diciamolo. Mica all’audacia, al romanticismo di chi
anela almeno a uno spiraglio di autenticità.
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