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martedì 8 novembre 2016

Auto-satira

La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria (Jonathan Swift)
Pensiamo alla satira quando c’è lo sberleffo di certi costumi sociali, quando si mette in ridicolo la politica, quando si usa l’arma della battuta comica per smascherare un vizio sociale. D’altra parte ha un tempo, la satira. Ha radici in un contesto. Ha senso perché prende di mira qualcosa di noto.
Affilata, dunque, la definizione di Jonathan Swith perché il più delle volte anche chi tira la freccia della satira fa parte del bersaglio, almeno nel senso che è espressione, fa parte, partecipa dello stesso ambiente e dello stesso momento storico.
Meravigliosa, arguta e sensibile l’avventura di auto-satira, una sorta di spiritosa autocritica che la dice lunga sulla socio-psicologia della personalità, delle abitudini, delle convenzioni e dei difetti. Siamo ciò che siamo in un certo momento e in un certo luogo, questa è la premessa sulla quale l’autore ha per anni giocato con pensieri e riflessioni dolci e acute.
Divertente e interessante esperienza anche per me, ghost writer. Una specie di viaggio dentro la verità, lucido e serrato, con qualche picco di umorismo davvero fuori dalle righe.

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