Quando
gli anni ’90 hanno inaugurato la letteratura chick lit, grazie soprattutto ad
autrici britanniche e statunitensi, la rivoluzione del classico romanzo rosa
aveva il senso del tempo, dei cambiamenti culturali, delle tendenze
post-femministe. Donne, spesso single e in carriera, diventavano protagoniste
di racconti dal tono sentimentale ma dallo stile umoristico.
Negli
anni il genere non si è fermato, si è anzi affermato. Anche in Italia, con
molte valenti espressioni, dalla Casella alla Bosco passando dalla Bertola alla
De Paoli o alla Cucciari, con sfumature e direzioni sempre più strettamente
connesse alla realtà in divenire.
Con
tagli e linguaggi irriverenti, con aperture agli argomenti sessuali, con un
romanticismo on the road o con sfumature legate al mondo del lavoro, i libri
del genere colgono la società al femminile nella sua essenza e nelle sue
trasformazioni, il suo rapporto con la società al maschile, le evoluzioni
anagrafiche del costume e delle scelte, il variegato spazio dell’amicizia, le
manie e i sogni di eroine della storia quotidiana.
Talvolta
c’è ironia, altre puro divertimento altre ancora introspezione ma quasi sempre
sul filo di un flusso lieve, sciolto, frizzante.
Oggi
si fanno largo prepotentemente autrici che cercano di sorridere anche della
solitudine ma che, nello stesso momento, lanciano un amo. Alle altre donne,
agli uomini, alla comunità di lettori: non è forse ora di tornare all’amore,
alla comunicazione profonda, ai legami di affetto solidi e duraturi? Davvero
non ci mancano? Sono autrici moderne, che non vogliono rinunciare al progresso
eppure…sentono un vuoto di valori che non hanno più paura a confessare. Non si
usava quasi più, accennare a valori andati perduti e invece eccoli,
ricompaiono, coraggiosamente e appassionatamente.
Cosa
e come vogliono essere le donne del 2017 in un libro della chick lit?