foto di R. Carnevali |
Ormai
sono tante, le persone che mi hanno scelto come ghostwriter.
Autori,
personaggi pubblici, artisti, professionisti, aziende. Persone che hanno idee
eccellenti e pochi mezzi o tempo per metterle nero su bianco, per gestire un
blog o la comunicazione sui social. Persone che magari sono estremamente
competenti in una materia o ambito ma non amano misurarsi con la scrittura. Persone
abituate a un linguaggio scientifico, tecnico o comunque specialistico e non a
uno stile narrativo. Gli esempi potrebbero essere infiniti.
Magari
sono persone note. Oppure sono esordienti e sconosciute. Tutte hanno molto da
trasmettere ma non sanno come farlo o non possono farlo.
Sempre
più imprenditori e manager, finalmente anche in Italia!, si rendono conto che
un ghostwriter è un ottimo investimento: poca spesa tanta resa, giusto per
utilizzare uno slogan che fa cogliere al volo il concetto. Sempre più
professionisti hanno compreso quanto sia essenziale presentarsi, con le parole,
ma anche ‘arrivare’ al target giusto. Sempre più aziende abbracciano lo
storytelling.
Certamente
bisogna sceglierlo con cura, il ghostwriter. Lo scrittore fantasma, la penna (o
la tastiera) invisibile, l’ombra delle parole, diventa espressione dell’autore,
deve quindi aderire al suo spirito come un vestito sartoriale. E non solo.
Spesso il ghostwriter è un filtro, un termometro, una bussola, un intervento di
pronto soccorso. Perché è uno del pubblico, il ghostwriter. Legge, studia, sta
sui social, va al cinema, segue la musica, ascolta i tg, ha una visione
allargata, trasversale, è allenato a interagire, è abituato a captare ogni
segnale, ha un fiuto addestrato.
Io,
come tutti i colleghi ghostwriter, scrivo per conto altrui con la passione con
la quale scriverei per me. Perché il ghostwriter non racconta mai ‘solo’ per
lavoro, racconta perché non potrebbe vivere bene senza raccontare. Perché io mi
rendo conto che non sarei quella che sono se non fossi cresciuta ogni giorno
con il tesoro di ogni mandato, di ogni incarico, di ogni servizio. Perché lo
scrittore ombra sente l’aria che tira, sta lì a dialogare sul web, sa governare
le emozioni e i commenti, ha sempre voglia di avventure e non si stanca mai.
Qualche
volta amici e conoscenti mi chiedono quali committenti preferisco, quale
genere, in quali contesti. Non so rispondere. Un po’ di me splende ovunque e in
ognuno e questo rende tutti preziosi. E poi davvero, ogni storia, ogni sfida,
ogni settore, ogni obiettivo, è un piccolo grande mondo di cui godere.
Nessun commento:
Posta un commento