Finalmente
le competenze trasversali hanno (o avranno a breve) il ruolo che meritano. Non
bastano i titoli di studio e le competenze tecniche, praticamente mai.
Intanto
nelle skills trasversali c’è davvero un
patrimonio umano che non può che produrre eccellenti risultati: basti
pensare all’empatia e alle capacità di relazione, di problem solving, di comunicazione, di organizzazione
del proprio lavoro, di gestione del tempo, di adattamento a diversi ambienti
culturali, di governo dello stress,
attitudine al lavoro di gruppo, orientamento all’obiettivo, creatività e spirito
di iniziativa, flessibilità, visione d'insieme, resilienza o addirittura
antifragilità.
Su tutto penso all’intelligenza
emotiva di Daniel Goleman. A chi è portatore di valori: lo spirito critico,
l’ottimismo, l’onestà, l’entusiasmo. A chi vede il lavoro nella propria
espressione di evoluzione work in progress.
Poi le soft skills
sono un trampolino di lancio perfino per le competenze tecniche. Cosa non possiamo
imparare se vogliamo farlo? Le soft skills e i valori umani sono anche quelli
che ci sostengono a farlo bene, peraltro.
Nel mio mestiere sono essenziali, le competenze trasversali. E lo sono, felicemente,
pure le conoscenze, trasversali.
Non
acquisisco nozioni, non respiro emozioni, non navigo acque, che siano a
compartimento stagno. Sono io, il centro del lavoro. Io che assorbo e mescolo. Io
che faccio tesoro. Io che cresco. Io che affino sensibilità. I vasi sono
comunicanti. Il mio bagaglio si allarga, si allarga, si allarga. Esattamente come
le mie vedute, le mie possibilità di comprensione, riflessione, espressione.
Questo
‘argomento’ mi appassiona. Forse è l’euforia della ricchezza che percepisco.
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