Nell’epoca
di internet la diffusione ‘virale’, ovvero in modo rapido e capillare, è
entrata nella nostra quotidianità. Una moda, una frase, un video, una canzone,
possono schizzare all’attenzione di centinaia, migliaia, milioni di persone in un
tempo infinitesimale.
Addirittura
c’è da avere cura dell’eventuale effetto boomerang. Possiamo diventare in un
baleno, tanto per intenderci, popolari o impopolari. Sarebbe buona cosa dunque
essere attrezzati mentalmente, innanzi tutto. Questo significa avere padronanza
non solo e non tanto con il mezzo quanto con la gestione di quello che mettiamo
in rete.
Se
ne parla e non poco a proposito di informazione e gossip perché sono ambiti
sensibili, nei quali la notizia che corre ha immediata risonanza e strascichi o
risvolti più o meno accesi e forti. Spesso si presta invece minore attenzione
alla divulgazione del pensiero e alla sua possibile viralità, appunto. Alludo a
concezioni, teorie, filosofie, principi che davvero possono insinuarsi, fare
leva, prendere il volo, smuovere anime.
Perché,
tra l’altro, quando si fa riferimento a quest’ultimo caso e alla potenza della
rete, si punta il dito più che altro sul fronte ‘cattivo’ o negativo?
Perché
è di molti illuminati, dotti, buoni, geniali pensatori affidarsi poco, davvero
poco, a quell’enorme strumento di divulgazione che è il web. Qualcuno arriccia
il naso alla tecnologia con la quale non ha pratica confidenza, qualcuno è
attaccato alla carta, qualcuno teme di svilire il messaggio nel mare magnum di contenuti
minori, altri coltivano ancora il pessimo vezzo di una cultura d’elite che non
può o non deve arrivare a tutti almeno potenzialmente.
In
verità non solo audaces fortuna iuvat (la fortuna aiuta gli audaci), c’è molto
di più. L’evoluzione presuppone trasmissione, una conoscenza di pochi tarpa le
ali alla conoscenza stessa, il successo di un pensiero è l’unico modo per
donargli una vita. Bisogna dunque farlo, questo salto.
Ecco,
rendere virale un pensiero.
Ci
sono blog che veicolano studi straordinari, sono fonte inesauribile di sapere
ed interazione, danno alla luce veri e propri fenomeni culturali.
Il
ghostblogger, rigorosamente dietro le quinte, sa muoversi con i tempi e il
linguaggio che il pensiero richiede.
Che
la buona viralità sia con noi!