Mi
piace la definizione di incipit che ha lasciato Bruno Traversetti: è l’esplosione
semantica che genera e avvia il cosmo romanzesco e ci consente di individuarne
i caratteri, di intuire panorami e sviluppi futuri.
10
o 20 righe, più o meno, che dovrebbero far scattare la scintilla tra autore e
lettore. E prima, in verità, tra autore e editore…
Ma
un romanzo si comincia dall’incipit o c’è prima un lungo e duro lavoro di
tracce, stesure, sviluppi, revisioni?
Fortunatamente,
cari autori, se vi rivolgete a un ghostwriter passate di mano il problema!
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