Il RITMO è definito
dalla Treccani come ‘il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento e
la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono; tale successione
può essere percepita dall’orecchio (con alternanza di suoni e di pause, di
suoni più intensi e meno intensi, ecc.), o dall’occhio (come alternanza di
momenti di luce e momenti di ombra, di azioni e pause, di azioni fra loro
simili e azioni di diverso tipo, ecc.), oppure concepita nella memoria e nel
pensiero’.
Accarezzare,
scuotere, incalzare, travolgere…il ritmo esprime e trasmette uno stato d’animo,
una visione, un intento, un sentimento. Può sedurre, scaldare, commuovere,
inorridire. E’ facile pensare alla musica. Ma vale altrettanto per la pittura,
la scrittura, la scultura, la cinematografia, per ogni forma di comunicazione. Perfino
per il nostro modo d’essere.
‘Come un'onda libera
ti porta via
Andamento lento
questa melodia
…
Risonanze nere senza
ipocrisia
Andare un po' più su
…
Libero
Magico e suadente
questo ritmo che
Vibra sotto pelle
eccitandoti’
La
canzone di Tullio De Piscopo (Andamento lento) è una delle migliori ispirazioni
che io conosca per il ritmo di scrittura. Tutto però va contestualizzato, come
amerebbero dire taluni. Il senso è quello della relazione e dell’adeguatezza
ovvero ogni genere letterario e ogni trama ha un ritmo ‘suo’. Talvolta è nell’armonia,
altre nel contrasto.
La
mia ricetta del ritmo è sul pentagramma delle emozioni a pelle…