Qualche
volta quello che vogliamo è solo un po’ più in là. Della pigrizia, dell’insicurezza,
della paura. Ma quel ‘solo’ per noi è solco, barriera, spettro.
Restiamo
paralizzati al di qua, un passo prima di quel salto in lungo, in alto, nel
buio.
Talvolta
è provvidenziale una spinta. Qualcosa che ci prende alle spalle e ci catapulta
in quel ‘solo’ che ci apre la porta di quello che vogliamo.
Fin
qui siamo alle parole. Già, non bastano quasi mai, le parole, quando siamo
pigri, insicuri, impauriti. O forse bastano a combattere la pigrizia ma
lasciano l’insicurezza e la paura toste e fiere al loro posto. Toste e fiere
perché è quasi così che capita, albergano in noi quasi ne avessero ragioni e
diritti.
A
lui è stato un dolore, l’ennesimo, ad arrivargli addosso secco, come un colpo
alla nuca, facendolo franare. Letteralmente. E’ proprio caduto, nel buco nero
che era il ‘solo’ che non riusciva ad affrontare. Nella caduta libera urlava, si dimenava, cercava appigli. Veniva fuori tutto: quello che avrebbe perso, quello che vedeva, quello che non aveva fatto.
E
allora quello che voleva è diventato la nuova realtà.
Lo
so, sembra un colpo di bacchetta magica e in fondo un po’ lo è. Mica capita a
tutti, di svegliarsi nel bel mezzo di un sogno esaudito. Però ora che lo racconta
in un libro offre uno spunto e una mappa molto interessanti, quasi pare che i
desideri si possano realizzare tutti, basta essere disponibili a farsi
assestare un colpo alla nuca…
Il
mistero è d’obbligo, sono un ghost writer, ma l’avventura -credetemi- è di quelle
che ribaltano, colorano, elettrizzano le prospettive.
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