Spesso
questa consapevolezza libera energie e creatività.
In
effetti non molliamo, semplicemente ci affranchiamo da qualsiasi appiglio e l’appiglio,
ricordiamolo, può essere un lacciuolo, un riferimento vecchio e stanco, esattamente
la cosa che ci ha trascinato nei guai, una zavorra.
Ecco
che a volte, chi tocca il fondo, ha risorse magnifiche, per risalire.
Sono
risorse emotive. Sono fantasie che altrimenti rimarrebbero soffocate nelle
abitudini, nei rinvii, nelle paure. Sono le ricchezze interiori che si
accumulano con la conoscenza del dolore o della tristezza o della fatica.
Si
accendono parecchie luci, quando peggio di così non può andare. Una di queste è
la capacità di sognare e sperare, quasi di costruirsi un mondo immaginario dove
tutto funziona. Già. Ed è proprio lì che inizia il percorso di risalita.
Più
che scrivere storie, credo nel loro cammino.
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