Esiste
una vera e propria ‘emergenza social media’. Tutti devono essere o diventare
social. Un po’ vezzo, un po’ svago, un po’ occasione, un po’ necessità.
Il
problema non è certo aprire un profilo instagram, twittare o avere una pagina
facebook ma COME GESTIRE la propria presenza sui social media.
Vale
per tutti, anche per quelli che ancora oggi credono siano solo luogo di
spensierato cazzeggio. L’occhio lungo delle aziende, ad esempio, scruta chi sei
da cosa pubblichi, da come interagisci, da quali gusti esprimi. E non solo. Chiunque
ormai si fa un’idea della nostra personalità dal modo in cui siamo sulle
piattaforme virtuali.
Artisti,
personaggi pubblici, professionisti, imprenditori, a maggior ragione, sono
concentrati a trasmettere un’immagine e un identikit che caratterizzi, attragga
consensi, dimostri una qualità, uno stile, un pensiero.
Attenzione.
Non si tratta sempre e solo di guadagnare likes o condivisioni ma quali likes e
condivisioni si conquistano. Diventare ‘popolari’ per qualcosa di cui oggi non
c’è (o domani non ci sarebbe) da andar fieri è un flop pericoloso.
Questo
è l’aspetto minimo, direi essenziale.
Chi
ha esigenze peculiari deve poi considerare moltissime altre cose, dal target
cui si rivolge al relativo linguaggio e molto altro ancora. Servono lezioni e
lezioni ma sul linguaggio una cosa tengo sempre a sottolinearla: tutte le
tecniche/regole di comunicazione on line, l’originalità, l’empatia e chi più ne
ha più ne metta non possono fare a pezzi l’italiano (o la lingua in cui si
scrive). No, mai.
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