Non
aveva altro che la sua ultima forza.
Poca
forse ma era pur sempre l’unica speranza. L’ha tirata fuori lentamente,
stiracchiandosi come un gatto pigro nel sole di un pomeriggio d’estate. Poi ha
respirato, uno di quei respiri profondi come l’oceano. Quasi che allungarlo le
facesse guadagnare il tempo dei pensieri.
Poi
ha guardato il cielo, bizzarramente terso, come se fosse ignaro, indifferente o
spavaldo.
Il
sorriso l’ha aperto piano, con il cuore stretto da una tristezza che spingeva
per uscire. Che importava a quel punto, poteva allargarlo, ridere, prendersi la
libertà di essere una piuma. Era la luce e il buio si sarebbe inchinato, cheto,
dinanzi a lei.
Ci sono storie più
potenti del buio in cui sono nate!
Nessun commento:
Posta un commento