Siamo
abbastanza abituati a fare i conti con l’ironia della sorte, rischiamo invece
di non badare alla sorte dell’ironia.
Nel
gioco delle parole la riflessione si fa sempre preziosa…e sfiziosa.
L’ironia
è uno dei beni supremi dell’umanità, non dovremmo mai perderla di vista. Anche
in letteratura. Già, senza la verve dell’ironia appiattiremmo qualsiasi
orizzonte.
Da
ghost writer mi interrogo spesso sulla potenza dello spirito, dello stile,
della direzione. Agli autori capita sovente che io faccia notare quanto
spessore acquistino i personaggi quando è dato loro il dono dell’ironia. Che è
uno sguardo profondo, navigato e dolcemente avvezzo al trionfo delle logiche
della natura e della vita.
Quando
vogliamo affidare un racconto alle pagine una bella dose di ironia dobbiamo
riservarla anche a noi stessi. Alle nostre cazzute convinzioni, ai nostri
romantici sogni, alle nostre ire furibonde, ai nostri splendenti ideali.
Nudi,
ecco, davanti al foglio dovremmo metterci nudi. Capaci di assorbire dal mondo
intorno e pronti alle nostre virtù come ai nostri vizi.
Con
quel gusto frizzante della semplicità c’è da godere all’infinito….davvero.
Sono
qui, scrittrice fantasma o ombra, ghost writer dell’ironia. Tranquilli, non è
lei a scrivere libri sciocchi, ve lo assicuro.
Parola
chiave: leggiadria.
Avanti,
scriviamo questo racconto!
Nessun commento:
Posta un commento