Sono
(e non ‘faccio’) un ghostwriter.
Insomma
è un mestiere, certo, quello di scrivere conto terzi, però diciamo che è quanto
più si avvicina alla mia natura. Mi piace l’idea del servizio, mi appassionano
le vite e le storie altrui, sono grata alla infinite possibilità di conoscenza
che gli autori mi offrono, trovo estremamente stimolante l’avventura in trame e
linguaggi. E non ho la smania del mio nome in copertina.
Vorrei
scrivere un libro come autore? Perché no, potrebbe capitare. Qualche
ispirazione ce l’ho e, chissà, forse un giorno proverò l’avventura.
Francamente
però non ho nel cassetto il sogno dello scrittore, ho avuto sempre quello della
scrittura. Ecco, ho una personalità da ghostwriter. Ci sorrido su, con piacere
infinito. E lavoro sodo senza accusare mai stanchezza, disagio, noia,
frustrazione. Mai. Mi metto da parte, scivolo dentro il ‘committente’ e faccio
il suo viaggio.
Siamo in Italia, signori…non è facile immaginarsi Andrew Crofts. Che, al di là di enormi bravura ed esperienza, vive dove il ghostwriting è più diffuso. Eppure mi accorgo, ogni giorno di più, di quanti desideri e tracce cerchino proprio me per diventare racconto, biografia, romanzo.
Siamo in Italia, signori…non è facile immaginarsi Andrew Crofts. Che, al di là di enormi bravura ed esperienza, vive dove il ghostwriting è più diffuso. Eppure mi accorgo, ogni giorno di più, di quanti desideri e tracce cerchino proprio me per diventare racconto, biografia, romanzo.
Nessun commento:
Posta un commento