Titolo
e copertina, specie per l’autore esordiente o poco noto, sono molto importanti.
Per il lettore sono ‘il primo impatto’ con l’opera.
C’è
un lavoro, dietro. Ma c’è anche un lavoro dentro, quello del racconto, del
romanzo, della biografia, del giallo. Quello dell’autore, con il suo stile e i
suoi pensieri. Quello della trama, che ha sempre qualche punto più forte qua e
là.
Il
titolo e la copertina dunque sono un amo ma anche un assaggio. Perfino quelle
volte che sembrano lontane anni luce dalla storia…Già, comunque rappresentato
qualcosa, magari un substrato, un grido, una carezza di chi l’ha scritta. Poi certo
c’è lo zampino del grafico, altrettanto importante perché il risultato sia
piacevole, originale, significativo.
Ma…chi
non ha letto la quarta di copertina prima di comprare un libro?
La
calamita di una frase o di una manciata di frasi, un biglietto da visita che ci
consegna la voglia di andare a fondo, una provocazione o una riflessione soave
e avvolgente.
Qualche
volta è terribile, bisogna dirlo, accorgersi a fine lettura che le uniche frasi
‘memorabili’ erano quelle della quarta di copertina. Però tante volte, e meno
male!, sono solo i primi bocconi di una pietanza davvero gustosa!
E
infine c’è l’occhiolino, quello strizzato lì, proprio sotto il titolo e l’immagine
di copertina…roba che può essere da capogiro.
Diego De Silva è un grande, un grandissimo, lo leggerei senza titolo, copertina, quarta e occhiolino eppure lo prendo ad esempio…è magia pura <Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee>.
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