Mi
è venuta in mente la più che gettonata Sophie Kinsella ma avrei potuto citare l’italianissima
Federica Bosco o molte altre degne interpreti della letteratura femminile. Ciascuna con le sue peculiarità, of course.
Non mi addentro in disquisizioni tecniche di genere, voi ed io ci capiamo al
volo.
Quello
che mi preme, da ghostwriter, è chiarire un aspetto e, chissà, indurre una
riflessione.
Capita
spesso che aspiranti autrici affermino di volersi ispirare ai libri di queste
scrittrici per la propria opera narrativa. Quest’idea si traduce in un diktat,
per me o per i colleghi scrittori fantasmi. Colgo, credo bene, il significato
della richiesta se c’è un riferimento all’attualità, alla freschezza, all’ironia,
al sentimentalismo lieve delle trame e dello stile. E del resto se richiama l’attenzione
sensibile, profonda e garbata, al costume.
Mi
corre però l’obbligo, morale e professionale, di far presente che Sophie
Kinsella, Helen Fielding, Jennifer Weiner, Jenny Colgan, Alessandra Appiano,
Federica Bosco e tutte le altre vostre beniamine non sono da scimmiottare e non
sono affatto facilmente eguagliabili. E poi perché? Non mettetevi in testa che
convincere un editore e scalare le classifiche di vendita in libreria sia
affare di poco conto.
Peraltro,
come è facile intuire, ci sono già fior di racconti e romanzi etichettati nel
filone chick lit dunque sarebbe bene esplorare percorsi meno battuti. Se poi
proprio fosse la vostra nicchia giusta lo dirà la storia che avete in testa e l’umorismo
con il quale ci si può navigare dentro.
Avendo
maturato qualche esperienza in merito, se volete, vi accompagno volentieri via
terra, cielo o mare. Che la rosa ironia sia con noi!
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