Scrivere
è comunicare. Che dietro e dentro le parole ci sta tutto: la notizia, la
storia, la riflessione. Tutto quello che vogliamo arrivi a destinazione,
insomma. E’ un concetto essenziale. Spesso invece chi ha in mente di scrivere,
quale sia la molla che lo spinge, lo trascura. Talvolta poco importa, sia
chiaro. Se asseconda solo una passione può godere anche se non vi è alcun altro
a goderne. Francamente però non ne conosco.
Solitamente
chi scrive ha un solo scopo: essere letto. Quello che muta è il contenuto-obiettivo.
Li faccio coincidere perché di fatto sono strettamente connessi. Il desiderio
scopo è informare, commentare, narrare e appunto quello che si scrive –e di cui
si scrive- è un fatto da divulgare o sul quale esprimere un’opinione oppure una
vicenda (reale o di fantasia) da raccontare.
Certo
è uno schema, una semplificazione, un modo per andare dritti al punto. In fondo
è bene lasciare un posto d’onore del tutto esclusivo alla letteratura. Anzi,
alla Letteratura. E comunque, sia inteso, pure la Letteratura deve
giungere forte e chiara al traguardo!
Scrivere
è comunicare.
Forse
questo è già un buon punto di partenza per un ghostwriter, un ghostblogger, un
freelance. Se poi andiamo appunto a scomodare la rete e l’epoca il principio
non può che elevarsi all’ennesima potenza. Siamo nel bel mezzo delle coordinate
spazio-temporali della comunicazione!
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