Sono nata
ghostwriter e continuo a sentire il servizio di ghostwriting come l’attività
‘principale’…Perché?
Oggi il
criterio quantitativo è scivoloso. Dipende. Dipende dai periodi. Scrivo ancora
molti libri ma parallelamente ho molti incarichi da social media manager:
aziende, professionisti, artisti, personaggi pubblici, mi chiedono la gestione
di blog, pagine fb, instagram o twitter.
In
realtà c’è una ragione molto chiara: lo spirito! Lo spirito con il quale
lavoro, il mio modo di curare i social, l’istinto incontenibile ad esprimere
l’identità dell’autore.
Qualcuno
dipinge i social media manager come dispensatori di slogan standard, come
fabbricatori di parole di serie buone per categorie. Al profilo di un medico
corrisponde un cliché e così a quello di un ristorante o di un life coach o di
un’estetista.
In
effetti i social sono zeppi, di cliché…e di persone stufe di una comunicazione
senz’anima.
Come
mai accade questo? Accade perché taluni clienti non hanno ben chiara
l’importanza, di una comunicazione emotiva efficace, badano a risparmiare. La
logica è: basta che ci sia qualcuno che mi segua la pagina, io non ho tempo.
Questi
clienti non sono attratti da me, credo. Del resto io non sono affatto attratta
da loro, è una legge di mercato abbastanza semplice. Chi vuole fare la differenza sceglie il social media manager come
sceglierebbe un ghostwriter: con la stessa accuratezza, con la stessa
‘severità’, con lo stesso slancio.
Cari
autori, imprenditori, manager, artisti, artigiani, aziende, personaggi: un blog
e i social media sono la vostra faccia, la vostra personalità, la vostra
vision, la vostra relazione con il mondo. Come potete affidarla a una
produzione standard, frettolosa, meccanica, piatta, e poi criticarla?
La passione!
Avete presente cos’è, quanto vale, come brilla la passione?
Affidatevi a chi ne ha. Affidatevi a chi la mette al
vostro servizio. Affidatevi a chi vuole davvero trasmettere quello che siete e
fate.