E' così che la pubblicità narra, fa branding, crea e consolida la reputazione del prodotto e dell'azienda, attrae e fidelizza. Parla al cuore e alla testa.
La reclame spicciola è letteralmente morta. Non genera richiami, non suscita emozioni, non persuade e non stuzzica. Basta. Bombardato dai messaggi secondo i quali ogni cosa era bella e buona, il pubblico non credeva più, non era più attratto e incuriosito. E poi oggi lo stesso pubblico vuole essere protagonista. Cede alla tentazione quando ha la sensazione che quel prodotto lo rappresenti o significhi appartenenza a un gruppo, a un'idea, a una realtà.
Cosa facciamo noi comunicatori quando siamo al servizio di un marchio? Innanzi tutto tiriamo fuori la sua personalità: cosa lo rende 'speciale', la sua unicità, la sua storia, i suoi valori.
Perché, cosa e come sono le domande fondamentali alle quali la vision e la mission aziendale devono rispondere. La comunicazione efficace non sta più in uno slogan che entusiasma ma in promesse che possono essere mantenute. Qual è il gancio allora? Quello di dare charme, appunto, alle promesse.
Nessun inganno, bisogna vendere emozioni autentiche.
Nessun inganno, bisogna vendere emozioni autentiche.
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