E’
esattamente la vostra storia o siete convinti sia quella che i lettori vogliono
trovare in libreria?
In
un caso e nell’altro mi piace pensare a un pizzico di rispetto per la ‘letteratura’.
Non è questione di regole ma di buon gusto narrativo e senso della misura, la
propria innanzi tutto. Non nego ci sia una bella dose di morbosa curiosità o di
sottile piacere o di beatitudine da fantasia negli ambiti al confine del
proibito o nelle sfrenate esuberanze. Del tutto naturale quindi che molti siano
ghiotti di narrazioni in queste aree. Però, cari autori, un poco di originalità
non andrebbe mai sottovalutata anzi, se mai, andrebbe inseguita, coltivata,
esaltata. E ripeto originalità, non anticonformismo sparato e incredibile. Per questo
tipo di operazione ‘commerciale’, se mai, ci vuole professionismo!
Sappiate
anche che l’offerta in tal senso è già stata abbondante negli anni, decenni,
secoli che vi hanno preceduto quindi inventarsi qualcosa di eccezionale,
strabiliante, strepitoso, straordinario è più che difficile. Molto meglio dare
una forma, un taglio, un pensiero, alternativi. Con guizzi di ironia o di
grinta o di romanticismo o di filosofia squisitamente personali. Ecco, ciò che
è personale, appunto, è spesso più rivoluzionario del sesso, droga e rock ’n roll
visto e rivisto, scritto e riscritto, maneggiato e colorato, mescolato e
scopiazzato. Su, scioltezza e verve.
Il
buon ghost writer d’altra parte non è solo quello che sa aderire perfettamente
a quel mood, allo stile di un genere, a certe attese sull’ebbrezza standard, è
uno che sa creare, deviare, sviluppare, osare. Non fa unicamente il vostro
viaggio, viaggia con voi, talvolta fa pure da navigatore…
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