Narrare
è resistere, secondo Luis Sepulveda. E non è difficile intendere l’enorme
portata del pensiero, specie a certe latitudini, specie in certe condizioni,
specie in alcuni momenti della vita. La mia idea di scrittura, tra amore e
terapia, è un po’ figlia di questo pensiero.
da Novecento, A. Baricco |
D’altra
parte il racconto è anche uno spaccato di realtà, fantasia, emozioni: pagine
per sé, per gli altri, per il mondo. Momenti fissati con le parole come se
fossero spilli. Giochi, riflessioni, sogni che viaggiano, nei quali magari i
lettori si riconoscono o trovano ragione di ridere, piangere, ricordare.
Ma
anche via di fuga. Almeno dagli schemi quotidiani, dalle proprie piccole o
grandi gabbie, da sentieri già battuti. Già, narrare è anche esserci. In
infiniti modi, ovunque, in altre epoche. E’ vestirsi di un’altra pelle. O scoprire
qualcosa che se ne stava nel cuore, silenzioso e appartato.
Questo
e molto altro ancora. Talvolta riscatto, pura sopravvivenza, gioia, originale
risvolto. Guai a sottovalutarla, la buona storia che abbiamo in serbo da
raccontare.
Nel
mio mestiere di ghostwriter godo di questo privilegio: incontro continuamente
magnifiche trame da respirare. Non sarò mai fregata!
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